Come sono gestite? Quanto sono preparati gli uomini che le fanno? L’approccio ai servizi di scorta è drammaticamente cambiato, nel nostro Paese, dopo l’assassinio di Marco Biagi, ed è – pertanto – solamente nell’ultimo decennio che sono maturate competenze specifiche per questi servizi, nell’ambito del personale appartenente alle forze dell’ordine. Oggi come oggi, infatti, tutto quello che riguarda le scorte è diretto da un nuovo organo centrale – nato nel 2002 – e battezzato UCIS (Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza personale). Prima di allora tutto era lasciato quasi al caso ed era alquanto disorganizzato: pensiamo al rapimento di Aldo Moro. Si occupavano prevalentemente di fare le scorte gli agenti appartenenti alla DIGOS, coordinati dalle Prefetture locali, senza avere alcun addestramento particolare.
Il centro di formazione per gli operatori di scorte
Poi è nato – finalmente – un centro di formazione specifico di addestramento e istruzione professionale per gli operatori destinati ai servizi di scorte, ad Abbasanta (Oristano). Il corso forma circa 500 agenti l’anno e dura 5 settimane. Una settimana di aggiornamento ogni 3 anni ti permette di mantenere l’abilitazione. Quindi mi pare – tutto sommato – che non possano uscire da questa modesta esperienza dei mostri di bravura. Il valore professionale, in questo ruolo, infatti, si guadagna soprattutto sul campo. Ciononostante, nulla si può dire in merito al livello generale di questa scuola, da cui transitano persino i NOCS (i reparti speciali di polizia) per svolgere un corso di perfezionamento che – nel loro caso – dura 6 mesi.
Quanti sono gli uomini impiegati nel settore?
Quante le personalità sotto scorta? Attualmente, gli operatori appartenenti alle cinque forze di polizia ed operanti continuativamente sono poco più di 2.000 e guadagnano circa 1.200 euro netti al mese (tranne le guardie del corpo dei premier: vedremo più avanti). I soggetti sotto scorta sono circa 1.500, per molti dei quali non esiste più l’attualità del rischio, e ci sono circa 800 auto blindate. Il numero degli operatori raddoppia se si considerano anche le scorte “occasionali”: in questi casi vengono impiegati agenti per lo più sottratti alle Volanti, causando così un pericoloso disservizio nel controllo del territorio.
La gestione politica delle scorte
La gestione politica del fenomeno relativo alle scorte è scandalosa e imbarazzante, con uno spreco di denaro pubblico alle stelle. Non solo. Già 10 anni fa un decreto legge permise agli autisti di alte personalità che rivestivano incarichi di governo di essere equiparati agli agenti di polizia per “salvaguardare meglio l’incolumità dei politicanti da loro assistiti”. Avete capito bene? E lo scempio continua. Provvedimenti ad hoc hanno permesso di sottrarre gli uomini di scorta destinati ai capi di governo al controllo dell’UCIS e di assimilarli – invece – al CESIS, divenuto nel 2009 AISI, ovvero ai servizi segreti, equiparandone funzioni e trattamento economico.