Diventare Investigatore Privato in Italia: Una Professione Tra Fascino e Regolamentazione

Molti vorrebbero diventare investigatori privati, attratti dal fascino di questa professione. Tuttavia, è una carriera ricca di stereotipi e spesso lontana dalla realtà. Ma come si diventa investigatori privati in Italia?

Il Numero degli Investigatori Privati in Italia

Anche se non esiste un censimento ufficiale, si stima che in Italia ci siano circa 3.000 investigatori privati, di cui un terzo concentrati nelle città di Roma, Milano e Napoli. La maggior parte di loro ha ottenuto la licenza secondo il vecchio ordinamento, superato solo di recente da una “mini-riforma”.

Richiedere la Licenza: I Requisiti

Per esercitare come investigatore privato in Italia, è indispensabile ottenere una licenza/autorizzazione dalla Prefettura della provincia in cui si intende stabilire la sede dell’agenzia. Oggi, è necessario dimostrare il possesso dei requisiti richiesti, inclusi specifici titoli di studio e un percorso formativo che prima non era previsto.

Il Vecchio Ordinamento: Nessun Titolo di Studio Richiesto

Fino a pochi anni fa, l’aspirante investigatore doveva semplicemente dimostrare la propria capacità tecnica, maturata attraverso un tirocinio presso un’agenzia di investigazioni o un’esperienza nelle forze dell’ordine. Non era necessario possedere un titolo di studio specifico; bastava non essere analfabeti. Questa discrezionalità lasciava ampio margine alle Prefetture per il rilascio delle licenze, creando potenziali falle nel sistema.

I Problemi della Vecchia Normativa

La normativa del passato ha permesso l’ingresso nel settore a molti incompetenti, che, sfruttando scappatoie, ottenevano la licenza senza adeguata preparazione. Questo ha contribuito a danneggiare la reputazione della categoria, rendendo difficile per gli investigatori privati seri e competenti guadagnare la fiducia del pubblico.

La Sentenza della Corte di Giustizia Europea

Per decenni, gli investigatori privati italiani hanno dovuto fare i conti con un sistema normativo obsoleto, risalente al periodo fascista. Questo ha portato, nel 2007, a una condanna da parte della Corte di Giustizia Europea per i contenuti arcaici del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS). Nonostante una mini-riforma nel 2010, molte delle problematiche sono rimaste irrisolte.

 

La Mini-Riforma del 2010

La riforma del 2010 ha apportato alcuni miglioramenti, come l’eliminazione del limite territoriale e l’autorizzazione all’uso di strumenti elettronici per il pedinamento. Tuttavia, la licenza continua a non offrire molti vantaggi pratici agli investigatori, imponendo solo obblighi senza concessioni operative significative.

La Formazione e il Futuro della Professione

Con le nuove normative, l’investigatore privato del futuro dovrà essere laureato, completare un triennio di praticantato e partecipare regolarmente a corsi di aggiornamento. La legge n. 4 del 2013 ha anche introdotto la possibilità per la categoria di far parte delle “associazioni professionali”, come l’APIS, incaricate di curare la formazione e certificare i professionisti.

Conclusione

In un settore regolamentato da leggi che faticano a stare al passo con i tempi, la professione dell’investigatore privato è destinata a cambiare. La recente normativa e il lavoro delle associazioni professionali puntano a separare i veri professionisti dagli improvvisati, ma il percorso per il riconoscimento e la credibilità della categoria è ancora lungo.

Alessandro Cascio
Segretario Nazionale APIS
Procuratore Demetra Group